Inutile nasconderci dietro scuse o ragioni di vario tipo, la presenza di plastica nel Mare Mediterraneo è un fenomeno del quale forse non riusciamo ad avere la corretta proporzione ma è un problema e come tale va affrontato.
Si stima che il deposito di plastica nel Mare Mediterraneo sia di più di 1 milione di tonnellate* e la quantità è solo destinata ad aumentare se non mettiamo in pratica quei piccoli gesti che, in fondo, sono quelli della buona educazione.
Qui sulla Gaia ne vediamo di tutti i colori galleggiare per mare durante le nostre scorribande e tutti siamo disgustati quando vediamo passare sotto lo scafo una bella scia di materiale sminuzzato o dei sacchetti fluttuanti, scatole di polistirolo, bottiglie, palloncini che hanno terminato il loro volo o gonfiabili persi da qualcuno. Alcuni oggetti è possibile recuperarli, altri no e tutto ciò che resta in mare sarà destinato a spiaggiarsi oppure a ridursi nel tempo in piccoli pezzettini andando a fare cumulo con tutto il materiale fluttuante già presente. Fare un bel bagno al termine di una giornata di vela e pensare di ritrovarsi pezzetti di plastica nei capelli farebbe passare la poesia a chiunque.
Ma quali sono le buone pratiche che si possono attuare in barca per contribuire alla riduzione della plastica nel mare? Eccone alcune che facciamo anche noi:
- Recupero immediato di qualsiasi oggetto che accidentalmente possa finire in mare (sacchetti delle patatine, bottigliette di plastica vuote, maschere e boccagli ecc…);
- Zero utilizzo di materiali usa e getta per la cambusa (piatti, bicchieri, posate, cannucce…);
- Riuso di flaconi per detersivi ricaricabili per la pulizia interna della barca;
- Mollette di legno per qualsiasi oggetto debba essere messo ad asciugare;
- Raccolta differenziata e conferimento sempre e ovunque.
Ogni piccolo gesto può fare la differenza anche se apparentemente può sembrare una “goccia nel mare”. Seguici sui nostri social e scrivici le tue “buone pratiche”; ogni novità è uno spunto per continuare a migliorare!
J.
#seguilatribù